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L'obiettivo essenziale della politica culturale del fascismo è stato quello di disciplinare tutte le manifestazioni, più che quello di costruire un'autentica "arte di Stato". Ne consegue che - soprattutto negli Anni Venti - gli artisti possono anche non aderire ideologicamente al fascismo, purché ne siano politicamente assoggettati: se in Italia non si realizza un modello culturale come quello totalitario della Germania nazista è anche grazie all'autonomia del mondo artistico dalle ingerenze politiche.